Notizia di oggi riportata da Bloomberg: il coronavirus pare si stia diffondendo al doppio della velocità negli impianti di lavorazione della carne, soprattutto da dopo che Trump ha imposto la riapertura.
A fine aprile Trump, infatti, ha ordinato la riapertura di tutti gli impianti di trasformazione delle carni per evitare un’interruzione della catena d’approvvigionamento. Gli Stati Uniti dispongono comunque di ampie riserve di carne congelata, però evidentemente non si voleva arrivare al limite.
Gran parte della forza lavoro in alcune strutture per la lavorazione della carne è risultata positiva al virus.
Tutte e tre gli impianti stanno riaprendo.
Le condizioni negli impianti di confezionamento della carne – inclusa la difficoltà a mantenere la distanza sociale e il rispetto di elevati standard di pulizia – hanno contribuito alla diffusione del virus, come hanno concluso i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie in una relazione del 1 maggio.
Il segretario all’agricoltura Sonny Perdue ha dichiarato venerdì che riapriranno 14 grandi impianti di lavorazione della carne. Il dipartimento ha chiesto a tutti i trasformatori di carne di elaborare piani per soddisfare le linee guida di sicurezza per l’industria rilasciate dal CDC.
Le grandi aziende si difendono affermando che ci sono più casi solo perché maggiormente controllati rispetto ad altre aziende.
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