Come evidenziato dal Wall Street Journal i piani pensionistici pubblici americani hanno riportato in media, nel primo trimestre, perdite del 13,2%.
Queste perdite sono dovute, oltre alla crisi del momento, alla scelta degli ultimi 10 anni di aumentare gradualmente la quantità di investimenti rischiosi con l’ambizioso obiettivo di raggiungere un rendimento annuale del 7%.
Ad Aprile, grazie al rimbalzo del comparto azionario, parte delle perdite sono state recuperate, ma il tasso di disoccupazione ai massimi indica che il contributo dei singoli stati dovrà essere aumentato.
Infatti gli assegni pensionistici sono finanziati in parte da denaro accantonato dai datori di lavoro governativi e in parte dai rendimenti degli investimenti effettuati con essi. Nel caso di rendimenti non sufficienti vengono in aiuto i singoli governi con tutte le ripercussioni che ciò può comportare sulle tasse e sui tagli ai servizi per i cittadini.
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