Avevamo già parlato in queste pagine della difficoltà dei paesi produttori di petrolio di stoccare e vendere il petrolio. Avevamo raccontato anche gli assurdi viaggi delle superpetroliere che preferiscono raddoppiare il percorso pur di non attraccare (anche perché non saprebbero a chi dare questo petrolio).
Infatti erano schizzati in alto i prezzi di noleggio delle navi come la quantità di petrolio stoccato in mare.
Nei giorni in cui gli Stati Uniti raggiungono un’ottimo record negativo di produzione grazie alla chiusura di decine di impianti di perforazione, scopriamo risvolti negativi per le scorte del greggio.
L’Arabia Saudita ha mandato decine di navi zeppe di petrolio verso gli Stati Uniti un totale di circa 50 milioni di barili dislocati su oltre 30 navi.
Già sapevamo delle decine di super petroliere al largo della California grazie a delle immagini francamente impressionanti.
Ora sappiamo che anche il Golfo del Messico è puntellato da decine di super petroliere in attesa: ogni singolo puntino è una petroliere (di diverso tonnellaggio, non sono tutte superpetroliere).
Le importazioni statunitensi di petrolio saudita ha avuto un picco preoccupante. C’è il serio rischio che il sofferto lavoro di taglio della produzione sia vanificato dall’arrivo del decine di milioni di barili di petrolio saudita.
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