Analisi sul Crude Oil con le trendline o le onde di Elliott? No, grazie

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Analisi sul Crude Oil con le trendline o le onde di Elliott? No, grazie

Il crude oil ultimamente è nell’occhio del ciclone a causa del calo drastico dei prezzi (-50%), quindi trovo moltissime analisi su internet riguardo il prezzo e ipotetici scenari futuri.

Un esempio:

Ecco un altro esempio:

La prima è un’analisi fatta con i cicli di Elliott, la seconda con trendline, livelli di fibonacci e altri scarabocchi.

Vorrei farvi capire quanto queste analisi siano stupide e inutili senza alcun timore di smentita.

Dato 1: il peso dei retail.

Il COT report è un report ufficiale che traccia gli attori del mercato classificandoli in:

  • commercials,
  • non commercials,
  • other reportables.

In realtà la suddivisione è più sfaccettata e complessa ma sulle materie prime queste 3 categorie sono chiare già così e descrivono rispettivamente:

  • commercials: gli attori che hanno a che fare direttamente con la materia prima (raffinerie, trasportatori, logistica, addetti stoccaggio ecc);
  • non commercials: gli attori che non hanno a che fare con la materia prima quindi pensano a speculare;
  • other reportables: gli altri (qualsiasi altro attore del mercato).

E’ fondamentale sapere che chiunque può essere ascritto alle categorie commercials o non commercial a patto che detenga ALMENO 350 contratti di petrolio. Ripeto: deve detenere 350 contratti di petrolio. Sotto questa soglia chiunque è automaticamente NON reportables, quindi nella categoria ci sono piccole aziende, piccole banche, piccoli fondi e tutti i retail del mondo.

Tutta la categoria dei non reportables (che detengono meno di 350 contratti) al mondo produce il 5.5 % delle transazioni mondiali.

Ri-ripeto: fatto 100 tutto il volume settimanale sul Crude Oil, i retail occupano una piccola parte del 5.5%.

Tradotto: i retail non sono nulla, non rappresentano alcunché nel mercato globale.

Tradotto un’altra volta: le raffinerie se ne fregano delle linee tracciate sul grafico. Il grande fondo miliardario se ne frega delle linee tracciate sul grafico. Un Commodity Trader Advisor (fondo che trada solo materie prime) se ne frega delle linee.

Chiaro?

Grafico weekly sul Crude Oil. In rosso la percentuale di retail

Altro contributo.

Dato 2: la complessità delle materie prime.

Il prezzo del Crude Oil è il risultato di diversi e complessi elementi che rispondono esclusivamente alla legge della domanda e dell’offerta.

L’EIA lo spiega con uno schemino che “semplifica” il complicato gioco di prezzo del Crude Oil:

L’ente governativo statunitense ci dice che il prezzo è la sommatoria di domanda e offerta globale che si rimbalza tra:

  • spot price: il West Texas Intermediate è il crude oil di riferimento per il Nymex quotato a New York ma non è affatto l’unico prezzo esistente al mondo. Tralasciando i vari PADD (regioni geografiche statunitensi), abbiamo anche il prezzo dell’Arabia, quello Russo, quello del Brent ecc;
  • scorte: le scorte sono un elemento essenziale per determinare il prezzo sul crude oil;
  • paesi OPEC (Arabia Saudita, Venezuela, Iran, Iraq ecc)
  • paesi non OPEC (Stati Uniti, Canada, Russia ecc)
  • e eventi geopolitici: basta guardare il grafico qui sotto per capire come il Crude Oil subisca sostanziali modifiche di prezzo in seguito a importanti eventi geopolitici. (Non è incluso il recente crollo che conferma ancora di più il fatto).
  1. US spare capacity exhausted
  2. Arab Oil Embargo
  3. Iranian Revolution
  4. Iran-Iraq War
  5. Saudis abandon swing producer role
  6. Iraq invades Kuwait
  7. Asian financial crisis
  8. OPEC cuts production targets 1.7 mmbpd
  9. 9-11 attacks
  10. Low spare capacity
  11. Global financial collapse
  12. OPEC cuts production targets 4.2 mmbpd
  13. OPEC production quota unchanged

Conclusione

Volete fare trading sul Crude Oil?

Serve competenza e molto studio. Lasciate stare i grafici, le linee e i cicli e studiate le ragioni fondamentali, ovvero come la legge della domanda e dell’offerta muova i prezzi.

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