Che differenza c’è fra Trading e Investing?

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Che differenza c’è fra Trading e Investing?

Sappiamo bene che il risparmiatore medio spesso si affaccia sui mercati senza avere alle spalle una preparazione adeguata.

Chiaramente la colpa non è sua, ma della sistematica disinformazione finanziaria diffusa da “esperti” e istituzioni che hanno interesse a mantenere la massa in uno stato di inconsapevolezza, per poterne meglio manipolare i capitali.

Una delle incomprensioni più frequenti è l’incapacità di distinguere fra trading e investimenti.

Ovviamente la questione non è posta in maniera diretta, ma emerge drammaticamente in momenti come quelli di Marzo, in cui tanti improvvisati investitrader hanno acquistato in massa prodotti a leva sul petrolio pensando che “non potesse scendere più di così”.

Senza avere idea che il future sull’oro nero potesse andare addirittura in negativo, come effettivamente è successo, e senza impostare sistemi di protezione (probabilmente non sapendo nemmeno cosa sia uno stop-loss) per evitare l’azzeramento del conto.

Cerchiamo quindi di fare luce sulle differenze principali fra trading e investing, prima che qualcun altro si faccia davvero male.

Approccio ai mercati

Il trader specula su variazioni di prezzo dell’asset di riferimento, che possono andare sia verso l’alto che verso il basso (in gergo, il trader può andare sia long che short, ovvero vendere allo scoperto).

Perché al trader non interessa il valore intrinseco dell’asset, ma solamente il suo prezzo.

L’investitore invece, per definizione, investe (o quantomeno dovrebbe) in asset che abbiano la capacità di aumentare di valore nel tempo. La vendita allo scoperto non rientra dunque tra le opzioni di un investitore puro.

Impegno

Il trader, lavorando su variazioni di prezzo più o meno rapide, deve occupare nella sua attività diverse ore della settimana o addirittura della giornata.

Ovviamente ci sono diverse tipologie di trading, e quelle più profittevoli (come il trading automatico o il trading sugli spread stagionali) fortunatamente sono anche quelle che richiedono meno tempo, ma resta comunque un’attività per cui occorre una certa presenza e costanza.

Per investire, invece, possono bastare pochi minuti al mese o addirittura all’anno o al decennio!

Può sembrare una battuta, ma in realtà è esattamente così: perchéall’investitore non interessano i micro-cicli del mercato, ma solo la sua tendenza a salire inesorabilmente nel lungo termine.

Capitale di partenza

Per fare trading seriamente, bisogna partire con un capitale minimo di €5.000, meglio se €10.000 o molto più alto.

Sì, lo so che ti ha chiamato un broker da Cipro e ti ha detto che puoi iniziare a sfruttare i CFD e le opzioni binarie con 100€, ma quello non è trading, è semplicemente una truffa.

Per l’investing, invece, paradossalmente si può partire anche da zero: l’importante è riuscire a risparmiare periodicamente (ogni mese/trimestre/semestre, ecc) una cifra da investire con regolarità. In questo modo, il capitale crescerà col tempo.

Chiaramente chi disponesse di un capitale consistente potrà investirlo in maniera più immediata e consistente, sfruttando al massimo l’interesse composto nel corso degli anni.

Rischio

Come al solito, avrai sentito dire tutto e il contrario di tutto (c’è chi dice che il trading è più rischioso dell’investing e viceversa), ma la verità è che il rischio è presente in entrambe le attività.

Semplicemente, nel trading si cerca di mitigarlo attraverso un corretto money management e sfruttando gli stop loss per limitare l’entità delle singole perdite, mentre nell’investing tende ad annullarsi da solo col passare degli anni, arrivando statisticamente a zero nell’arco di un ventennio.

Conclusioni

Con tutte queste differenze, sembra obbligatorio scegliere da che parte stare, ma in realtà non è così.

Francesco stesso (così come noi membri dello staff e molti dei nostri studenti) è sia trader che investitore.

Non è una contraddizione, perché sono entrambe strade valide e praticabili per raggiungere i nostri obiettivi.

Ma occorre tenere distinte le diverse operatività e vestire di volta in volta i panni del trader o dell’investitore tenendo sempre in mente la differenza, un po’ come un attore che interpreti più ruoli all’interno dello stesso spettacolo.

Senza dimenticare mai la nostra meta, ovvero quella felicità finanziaria che ognuno di noi ha il diritto di raggiungere.

Sappiamo bene quanto questi temi possano generare confusione.

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