Ieri le borse hanno eseguito un rimbalzone positivo storico (non si vedeva dal 1933) e subito si è gridato al miracolo: è vero che gli Stati Uniti stanno già uscendo dalla crisi?
Secondo me NO per 3 semplici motivi:
Come si evince dai report e dalla mappa dei contagi, gli Stati Uniti sono solo all’inizio della curva di sviluppo del coronavirus:
Cina e Italia sono a uno sviluppo più avanzato.
La Cina sta provando con grande sforzo a uscirne da poco. Le industrie e la vita stanno ripartendo ma con difficoltà e incalcolabili strascichi economici. E’ stata stabilita come data di fine quarantena per Wuhan l’8 aprile: vuol dire che è servita una quarantena efficace e spietata per mesi per riuscire a contenere il virus.
Ci sono 47 nuovi preoccupanti casi di contagio e sembra che la crisi non sia ancora del tutto finita a causa delle persone asintomatiche.
L’Italia è il secondo paese al mondo più colpito e sta subendo una quarantena stringente che colpirà duramente l’economia.
Gli Stati Uniti sono solo a una fase iniziale ma il contagio e l’impatto sull’economia sarà simile a Cina e Italia. Ci saranno quarantene generalizzate, stop agli spostamenti e a parte dei settori produttivi.
Insomma a crisi negli Stati Uniti è appena iniziata e li coinvolgerà per i mesi a venire mettendoli in grande difficoltà.
Inoltre Trump non ha molto ben compreso l’impatto del coronavirus, tanto da dichiarare che entro due settimane si riprenderà il normale corso degli eventi per proteggere l’economia.
L’ultima crisi è data 2008 e possiamo usarla per provare a capire quanto ci vorrà per gli Stati Uniti per uscire dalla crisi. Ci sono differenze sostanziali, però ci sono voluti almeno 4 mesi per rivedere la luce.
Le aspettative erano alte nell’ottobre 2008, con i tassi di interesse della Federal Reserve che si sono precipitati verso lo zero e il Congresso che ha approvato un pacchetto di salvataggio di $ 700 miliardi per l’economia. Purtroppo, nulla di tutto ciò ha aiutato il mercato azionario, almeno non subito. Le azioni sono diminuite per altri quattro mesi, accumulando il 40% delle perdite prima che iniziassero a rimbalzare.
La giornata di ieri è stata sicuramente una sorpresa positiva notevole: un’aumento simile del mercato non si vedeva dal 1933. Ma c’è un ma. Nei mercati finanziari non è possibile analizzare un evento senza contesto.
Il nostro contesto è una volatilità dei prezzi clamorosa. I mercati è un mese che si muovono come mai fatto prima, provocando 4 market halt sia per eccesso di ribasso, sia per eccesso di rialzo.
Di seguito ho caricato il grafico del future continuo dell’S&P500 daily.
Ho caricato un indicatore semplice: la volatilità monetaria. Questo indicatore traccia semplicemente il movimento in dollari e si crea moltiplicando la volatilità per il punto del future.
In questo caso ho fatto così: range*bigpointvalue.
L’istogramma giallo traccia la volatilità giornaliera, la linea giallo scura traccia la media a 5 periodi e quella rossa la media a 30.
In parole povere, i mercati si stanno muovendo con una potenza (e quindi con un rischio) pazzesco. Dovete sapere che il movimento medio dell’S&P500 è di circa 1500-2000$. Negli ultimi giorni si è mosso di media di 10.000$, con picchi pazzeschi di 16.000$.
(per ingrandire clicca qui)
Con una volatilità simile tutto è esagerato ed estremo, anche i rimbalzi. Ieri la volatilità monetaria è stata di oltre 11.000$.
Dettaglio degli ultimi giorni:
Dettaglio del DAX :
Dettaglio del Nasdaq :
Ecco perché secondo me quello di ieri è stato solo un rimbalzo emotivo dato dalla decisione della FED e dalla volatilità esplosiva.
Ovviamente non sono nostradamus quindi da qui al futuro non posso prevedere assolutamente niente. Le mie, infatti, sono solo delle osservazioni.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
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