Il lupo (di Wall Street) perde il pelo, ma non il vizio

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Il lupo (di Wall Street) perde il pelo, ma non il vizio

Che le banche non pullulino di santi e benefattori è cosa nota dall’alba dei tempi.

Ma sembrano voler fare di tutto per ricordarcelo periodicamente, non sia mai qualcuno si fosse distratto.

Il caso più recente riguarda il gruppo Goldman Sachs, che dovrà pagare circa 2,8 miliardi di dollari, ammettendo di aver commesso un illecito, per porre fine a un’indagine sulla corruzione che si è estesa dal sud-est asiatico a Hollywood.

L’accordo con il Dipartimento di Giustizia risolve un’indagine sul lavoro di Goldman per un fondo governativo malese corrotto noto come “1MDB”, durante la quale i pubblici ministeri hanno accusato un insieme di personaggi internazionali – tra cui due banchieri Goldman – di appropriazione indebita per miliardi di dollari.

Tutto considerato, lo scandalo 1MDB costerà all’azienda oltre 5 miliardi di dollari, ovvero circa due terzi dei profitti di un anno.

Secondo l’accordo chiuso nei giorni scorsi con il Dipartimento di Giustizia, Goldman pagherà infatti una penale di circa 2,2 miliardi di dollari e rinuncerà a circa 600 milioni di dollari guadagnati in commissioni per il suo lavoro col fondo 1MDB.

Inoltre, a luglio, la banca ha accettato di pagare al governo malese circa 2,5 miliardi di dollari per risolvere un’indagine parallela aperta in loco.

Ci si aspetta infine che una filiale asiatica di Goldman legata alla vicenda si dichiari colpevole, ma la società madre non dovrebbe essere perseguita, evitando un pericolo che avrebbe potuto annichilire la sua capacità di continuare a operare.

La vicenda ha nuovamente affossato la reputazione della Banca di Wall Street, che aveva impiegato anni a cercare di ricostruire la propria immagine dopo gli scandali del 2007-2008 legati ai mutui subprime.

Lo scandalo 1MDB ha colpito in maniera diretta anche l’amministratore delegato di Goldman, David Solomon, che si è insediato nel 2018 e stava cercando di spingere la banca in nuove direzioni di profitto.

Anche se la condotta risale a diversi anni fa, si è verificata proprio nella divisione che Solomon dirigeva in quel momento.

Goldman aveva iniziato a lavorare coi funzionari malesi più di un decennio fa, quando la crisi del 2008 stava riducendo i guadagni negli Stati Uniti.

Il paese asiatico aveva appena lanciato un fondo governativo per stimolare lo sviluppo economico, chiamato “1 Malaysia Development Bhd”, o appunto 1MDB.

Tra il 2012 e il 2013 Goldman ha contribuito a vendere 6,5 miliardi di dollari in obbligazioni per il fondo.

Guardate che bel faccino da Doraemon: non vi piacerebbe farvi truffare da lui?

La maggior parte di quel denaro è andata persa ed è stata presumibilmente rubata da un consulente del fondo, Jho Low, e dai suoi associati, secondo i pubblici ministeri.

Quasi 700 milioni di dollari sono finiti sul conto in banca del primo ministro del Paese, poi condannato per abuso di potere per il suo ruolo nello scandalo.

Il signor Low, che ha negato ogni illecito, avrebbe speso gran parte del resto in appartamenti di lusso a New York e Londra, opere d’arte e uno yacht gigante, organizzando grandi feste a Las Vegas e finanziando il film “The Wolf of Wall Street”.

Bell’ambientino, insomma, quello delle banche d’affari (e un po’ anche quello del cinema).

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