Qual è la giusta allocazione tra le diverse operatività?

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Qual è la giusta allocazione tra le diverse operatività?

Con il lancio del Master Scrocchiarello, nelle ultime settimane ci siamo inevitabilmente concentrati sul trading automatico, ma, come sai se ci segui da un po’ di tempo, BuzWay non significa solo questo.

Uno dei nostri mantra è proprio la diversificazione, ovvero il terzo dei nostri ormai celeberrimi Cinque Pilastri della Profittabilità.

Si tratta di un concetto trasversale, valido tanto all’interno di una singola operatività (es. creare più trading system con motori differenti, su diversi asset, vari timeframe, ecc) quanto tra operatività diverse (es. destinare una parte del proprio capitale agli spread stagionali per diversificare rispetto al trading automatico).

Lo stesso principio vale anche fra trading e investimenti.

Sul web c’è molta confusione tra questi due concetti, che tanti pseudo formatori/youtuber/influencer usano indistintamente, ma si tratta di due approcci decisamente differenti per obiettivi, modalità operative e orizzonte temporale: ne abbiamo parlato più approfonditamente in un articolo di qualche mese fa.

È proprio per questo che a Novembre dello scorso anno è uscito BuzInvest: un percorso formativo interamente dedicato agli investimenti, in cui Francesco ha riversato tutta la sua esperienza decennale da investitore smaliziato.

Tanti nostri studenti hanno però iniziato a chiederci quale fosse la percentuale “ideale” da destinare alle diverse operatività.

Ovviamente non c’è una risposta univoca, in quanto dipende da molteplici fattori personali e contestuali.

Il capitale di partenza e la diversificazione, ad esempio, procedono di pari passo: con capitali ridotti, non è possibile diversificare efficacemente ed è consigliabile concentrarsi su una sola operatività diversificando il più possibile al suo interno, per poi variare all’aumentare dei fondi disponibili.

La disponibilità di tempo è un’altra variabile fondamentale: per quanto il trading automatico o i seasonal spread siano le strategie migliori da questo punto di vista, richiedono comunque un monitoraggio quotidiano (seppur breve) per verificare che tutto stia funzionando correttamente.

L’investimento in ETF, invece, può paradossalmente non richiedere alcuna gestione se non una volta al mese (in caso di PAC mensile) o anche molto più raramente, fino ad arrivare quasi a dimenticarsene nel caso di investimento in unica soluzione.

Ma potenzialmente ci sono infinite altre operatività da implementare parallelamente: dai trading system genetici alle opzioni e ai power spread.

Senza dimenticare la liquidità necessaria per approfittare delle occasioni più propizie.

Si tratta di un discorso che approfondiremo ulteriormente nei prossimi mesi, ma possiamo senza dubbio anticipare che una delle strategie più efficaci da adottare è paradossalmente una delle più conosciute: l’investimento in azioni.

Il problema è che, come anticipato, quando si parla di investimenti (ancor di più nel caso delle azioni) si genera subito enorme confusione e molti si approcciano a questa attività affidandosi a metodi inefficaci e inutilmente complicati, derivanti per lo più da un’applicazione errata dell’analisi tecnica.

Non è questa la strada giusta per approcciare il mercato azionario.

Non dobbiamo seguire la massa che fa cose sbagliate solo per sentito dire.

Dobbiamo essere lupi, non pecore.

Perleremo più approfonditamente della corretta allocazione di portafoglio nei prossimi articoli, ma se vuoi sapere tutto sul nostro modo di approcciare le azioni, iscriviti sin d’ora alla lezione gratuita di lunedì 15 Marzo alle 21: troverai pane per i tuoi denti (da lupo, ovviamente)!

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